LA “GUIDOLINEIDE” DI LEONARDI
L’AD ravviva la vigilia della gara con l’Udinese soppesando i suoi successi con quelli del tecnico, arrivando persino a rivalutare Malesani…
Probabilmente Pietro Leonardi non ha gradito, martedì scorso 30 novembre, trovare ad inizio settimana, sulle colonne della Gazzetta di Parma, il garbato saluto alla città di Francesco Guidolin, il quale ha risposto alle domande del capo servizio Paolo Emilio Pacciani che lo ha intervistato in vista di Parma-Udinese, prima volta dell’ex tecnico al Tardini, dopo aver guidato i Crociati dalla B alla A e all’ottavo posto nella massima serie, prima della discussa separazione dal club. Stamani – in concomitanza con la conferenza stampa per presentazione del nuovo incarico al prof. Roberto Delsignore – il primo che ha sollecitato sul delicato tema l’AD è stato Michele Angella di Teleducato, il quale è famoso per le sue domande destabilizzanti, così come le aveva definite qualche tempo fa il predecessore nonché successore (dipende dai punti di vista) di Guidolin, Pasquale Marino…
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L’impertinente conduttore di Calcio & Calcio, osa chiedere al sommo dirigente: “Guidolin secondo lei come verrà accolto?”, il quale gli risponde così: “Ah, non lo so. Chiedetelo alla gente… A me non interessa…” Angella insiste: “Lo ha sentito in questi giorni?”. E Leonardi: “Ma no… E’ da un bel po’ che non lo sento, ma non mi sembra giusto e corretto che io mi metta a caricare questo tipo di partite. Io ho sempre detto che Guidolin ha fatto il suo lavoro e lo ha svolto per bene: il Parma lo ha fatto presente pubblicamente attraverso le mie
parole e quelle del Presidente che lo ha ringraziato. Però la storia è chiara a tutti: poi a qualcuno non gli vuole entrare in testa. Però che facciano quello che vogliono. Io non voglio però caricare la squadra di una pressione tale. Noi dobbiamo vincere perché dobbiamo battere l’Udinese, non Guidolin. A me interessa il giusto di Guidolin…”
Riprende la conferenza stampa e stavolta è Sandro Piovani della Gazzetta di Parma a pungolare il plenipotenziario: “Posso fare una domanda che esula…” E Leonardi: “A posto… A disposizione, ci mancherebbe…” Piovani: “Domenica ci sarebbe l’Udinese…” Leonardi: “Non ci sarebbe. C’è… Ma forse tu hai visto il tempo e hai pensato: forse poi ci ripensano…” Piovani si giustifica: “Insomma, per noi giornalisti è una partita…” E l’AD: “Ho visto che vi divertite… Ho visto e sentito…” Piovani: “…Gustosa, no? Torna Guidolin…” Leonardi: “Io parto da un presupposto e l’ho detto anche alla comunicazione friulana: non torna soltanto Guidolin a Parma. Se permettete va anche a scontrarsi Leonardi e probabilmente anche Marino con l’Udinese. Siccome ho letto che si sono scritte pagine di storia, allora le storie le facciamo tutti… Forse però un po’ più importanti, eh? Perché a fare gli umili poi ci si rimette… E allora: io sono molto contento di
quello che mi hanno tributato ad Udine, perciò questa partita per me vale un po’ di più, ha un fascino particolare, ho lasciato tante situazioni positive ad Udine. Mi hanno riconosciuto qualcosa di importante, quando l’anno scorso siamo andati lì: per un dirigente non è una cosa di poco conto, e mi rimane l’orgoglio di avere fatto qualche cosa che è veramente un pochino più importante d’aver vinto un campionato di serie B. Perché questo è riconosciuto. Però non mi sembra che – ma non è una questione polemica, perché poi ne ho sentite tante… –
l’anno scorso, quando è venuto qui il Siena, non è che vi siete tanto ricordati che qualcuno è arrivato e aveva scritto qualche pagina un pochino più importante… Questo tale si chiama Alberto Malesani, perciò mi sembra che bisogna avere un po’ di coerenza nella vita. E allora, con tutto il rispetto di Guidolin, ed il ringraziamento per il lavoro che ha svolto, per i risultati che ha ottenuto, l’aver vinto un campionato di serie B, l’aver fatto un campionato importante l’anno scorso, l’abbiamo detta e ridetta. Ora basta… Però basta, perché qui sembra che dobbiamo
andare a giocare contro Guidolin. Noi dobbiamo giocare contro l’Udinese, che è un po’ più difficile come partita, perché l’Udinese, se permettete, la conosco molto bene, conosco i componenti della stessa, verranno qui con l’entusiasmo di questo momento positivo. Ho risposto a te, così ho dato subito una risposta totale a tutti quanti. Ne ho sentite troppe, però, no? Ne ho sentite veramente esagerate. E’ giusta la riconoscenza, battetegli le mani, è giusto che la gente gli batta le mani e tutto quanto, però qui mi sembra che ci sia gente che ha vinto Coppa Uefa e cose varie e tornano qui nell’anonimato più totale. Allora significa, un po’ mi fa pensare che si voglia creare uno stato un po’ diverso, come se il sottoscritto avesse qualcosa contro Guidolin. Io ci tengo a ri-precisarlo: io non ho niente. Ha fatto una scelta, l’ha detto, l’ha ridetto, ha detto che da 12-13 anni non aspettava altro che di tornare in Friuli, ed è ancora una volta in questa maniera. Mi sembra… E vi consiglio di andarvi a recuperare le interviste del sottoscritto per esempio dopo Parma-Lazio, dopo Cagliari-Parma: andatevi a rivedere le interviste e poi dopo vedete se io ce l’ho con
Guidolin…”
115… / Passa qualche domanda di mercato, poi Piovani si rifà di nuovo sotto: “Scusa, eh, ma io vorrei tornare…” E Leonardi: “A Guidolin? Ah… Ah…” Piovani: “Ma sì, insomma, perché in ogni caso dalle tue parole si capisce che questa non è una partita come un’altra: ti dà più fastidio per come Guidolin ha lasciato il Parma o per come è stato commentato l’arrivo di Marino qui a Parma?” Leonardi: “Sembra che io debba essere l’avvocato difensore di Marino e non ho più voglia di farlo. Però bisogna vedere la storia delle persone, degli uomini, prima ancora che degli allenatori. Mi pare che basti vedere la carriera di Marino e uno si rende conto… Non mi sembra che Marino non abbia vinto dei campionati. Mi sembra pure che abbia vinto dei campionati di serie B ed è venuto in serie A con squadre forse con meno potenzialità di quello che poteva essere il Parma qualche anno fa. Però anche questo poi viene letto in chiave polemica: io ribadisco il concetto. Io penso che la gente sappia perfettamente chi vuole bene a questa società o chi fa finta di volerle bene. Io ritengo di voler bene alla Proprietà, di non aver mai pensato di tradire questa fiducia. Anzi… E nello stesso tempo mi
sono attaccato all’ambiente, mi sono attaccato a questa gente, e perciò ho voglia con tutte le mie forze di ottenere il massimo e di dare il massimo. Poi ci vuole meno ipocrisia e ci vuole un po’ più di coerenza. Perché io dico questo: poi non è che vado ad Udine e dico un’altra cosa, e vado a Milano e ne dico un’altra ancora e poi vado a Roma e ne dico ancora un’altra. Questo è quello che io chiedo. E’ rispettabilissima. È da ringraziare: l’ho detto e ridetto. Però l’importante è dire le cose come stanno, perché se no poi si manca di rispetto alle persone che invece danno fiducia e stanno qui con grande voglia e passione, no? questo
un po’ mi disturba. Poi la partita in sé e per sé, se tu mi chiedi il risultato, io ti dico, con molta sincerità, e poi mi puoi credere o no, io faccio fatica a battere l’Udinese. Lo dico chiaramente, perché sono troppo legato a quell’ambiente, troppo legato alla Proprietà, la famiglia Pozzo che non mancherò mai di ringraziare, perché mi ha dato un’opportunità, e perché io mi sento di avergli dato tantissimo. Sono legato alla gente friulana perché mi fanno sentire uno di loro, o mi hanno fatto sentire uno di loro, ma è chiaro e lampante che in questo momento voglio che vinca il Parma, perché è giusto nella professionalità. Però se tu mi dici, e magari gli altri si possono meravigliare, perché pensano chissà quale astio io abbia con l’allenatore, quello e quell’altro: io se l’Udinese vincesse tutte le partite, tolta quella col Parma, sono contento. Questa è la verità: se poi qualcuno mi vuole credere mi crede, se non mi vogliono credere non mi credono. Però questa è la mia idea…” (gmajo)